CHINATOWN MARKET
Chinatown Market è un brand streetwear che nasce dalla mente di Mike Cherman. Una storia lunga, fatta di errori e rinascite. Ma soprattutto di libertà.
Mike Cherman, 28 anni, ha già vissuto una vita streetwear. Quella a cui stiamo assistendo ora, dal nome Chinatown Market, è la rinascita dopo il fallimento della prima volta. Che poi parlare di fallimento potrebbe essere un’esagerazione. Aveva 24 anni quando lanciò ICNY. Iniziò come iniziano le leggende metropolitane, ovvero vendendo magliette da un negozietto situato nel baule della sua auto. Il nome, l’hype e i primi riconoscimenti. A fine 2014 si guadagnò un posto nell’HYPEBEAST 100. Era già l’essenza di ciò che sarebbe diventato: l’anima libera di New York.
La moda un affare di famiglia
Il rapporto tra Cherman e la moda risale però a molto tempo prima, prima ancora dell’esperienza ICNY. Il piccolo Mike cresce nel quartiere ebraico di New York, entrambi i genitori legati con un filo rosso al mondo della moda. La madre designer, il padre venditore, un affare di famiglia. Poi improvvisamente il trasferimento da New York in California, precisamente a San Diego. La geografia dice sempre Stati Uniti, la realtà parla di due città siderali nella loro distanza culturale.
Gli inizi casalinghi di Cherman
E’ in California che il giovane Cherman inizia a guardare la moda con occhi diversi. San Diego pullula di marchi di skate, jeans attillati e negozi streetwear. La creatività si impossessa di Mike e il ragazzo inizia un divertente lavoro fai da te. Stampe casalinghe armato di ferro da stiro, mentre i genitori sono al lavoro. Tutto in totale autonomia, nessun titolo grafico o competenza particolare. Inizialmente sdoppia il tempo libero tra basket e stampa, poi una mano rotta gli fa abbandonare il canestro in favore delle t-shirt. E’ la svolta.
Il ritorno a New York
Con le prime maglie replica lo stile dei brand a cui è più appassionato: Estevan Oriol, Mister Cartoon e Rob Dobi. Il primo brand si chiama Newcastle Clothing, ma solo dopo si rende conto che è lo stesso nome di una birra famosa da quelle parti. Mike chiude gli occhi e prosegue nel progetto. Qualche problema con le amministrazioni scolastiche, visto la sua attività di vendita diretta all’interno dei campus. Per gli amici diventa Mickey Merchandise, un nome che è tutto un programma. Il suo programma. Perché Cherman non si ferma al baule della sua auto. Termina il liceo e si proietta alla Parsons Academy di New York, tra i più importanti istituti di design al mondo. Un ritorno nella città natale che è il primo passo verso il successo.
Da Nike a…ICNY
Negli anni del ritorno newyorchese lavora come piccolo in alcune case di moda e apprende le tecniche della stampa a laser. Poco dopo ottiene un lavoro in Nike, in un negozio di personalizzazione chiamato “255”, nel quartiere di Soho. Qui passano le grandi star del basket, le celebrity musicali e fior fior di influencer. Cherman studia e viviseziona l’ambiente streetwear fino a quando il negozio chiude. Occasione d’oro: Mike acquista a poco e niente i macchinari del “255” e fonda ICNY. L’esperienza parte con il botto, ma implode per colpa di quegli investitori fasulli.
L’ultimo, disperato, tentativo
A quel punto il futuro fondatore di Chinatown Market ripiomba nel disagio. I genitori lo avvertono: o ottiene una borsa di studio per mantenersi o riprende la strada della California. Ma cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione. Amici miei docet. E il genio si palesa quando in preda alla disperazione Cherman sta passeggiando davanti a Reed Space, il negozio di proprietà della Staple Design, il colosso newyorchese della comunicazione visiva. Il suo proprietario si chiama Jeff Staple (il creatore di una delle sneakers più costose su StockX) e Mike decide che per continuare la sua avventura deve far colpo su di lui. Come? Disegna un poster in suo onore e da vita a una campagna di Guerrilla Marketing tappezzando le città dove Staple è cresciuto e ha lavorato.
La nascita di Chinatown Market
State aspettando il lieto fine? Vi blocchiamo subito. Cherman si passa un paio di giorni in galera, Staple di lui non ne vuole sapere nemmeno per scherzo, ma l’ambiente inizia a parlare di Mike Cherman. E come Oscar Wilde insegna, “nel bene o nel male, purché se ne parli”. Da questa situazione ne esce rinvigorito, abbandona definitivamente il progetto ICNY e fa il pieno di positività. Chinatown Market nasce con uno smile come compagno di viaggio. E’ il logo, ma forse qualcosa di più. E’ una reazione istintiva al profumo della libertà.
Oggi Chinatown Market ha sede a Los Angeles ed è diventato una colonna dello streetwear. Nel negozio lavorano sognatori, pazzoidi e visionari. L’importante è che vivano con lo stesso spirito dello smile che stampano sulle t-shirt. Il marchio lancia maglie, pantaloni, tute, felpe, giacche e una miriade di accessori (i palloni da calcio e basket a mo’ di smile sono i migliori).
Le sue collezioni sono piene di riferimenti alla città di New York e di bootleg, cioè stampe e grafiche che prendono in giro alcuni simboli della cultura pop, dandogli così un nuovo significato.
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